ESTRELLITA a Torino

MUSICHE IN MOSTRA 2019 – “SOUNDWATCHING”
Torino, Borgo Medievale
Domenica 10 novembre ore 16,30
Concerto con preludio e atelier
in co-progettazione con Museo del Paesaggio Sonoro
e in collaborazione con Borgo Medievale di Torino
e Centro Cultural Teopanzolco di Cuernavaca
Estrellita
José Adolfo Alejo & Carl Petersson
José Adolfo Alejo, violino
Carl Petersson, pianoforte

con un preludio dei Musicanti di Riva presso Chieri
diretti da Domenico Torta

Fritz Kreisler (1875-1962)
• Preludio e Allegro
in stile di Gaetano Pugnani (1910)
Manuel Maria Ponce (1882-1948)
• Estrellita (Mexican Serenade) (1912)
Rev. di Jasha Heifetz
Manuel de Falla (1876-1946)
• La Vida breve (1913)
Fritz Kreisler (1875-1962)
• March of miniature viennoise (1923)
Pablo de Sarasate (1844-1908)
• Ziggeinerweisen (1878)
Nicolo Paganini (1782-1840)
• Cantabile (pub. 1922)
Franz Liszt (1811-1886)
• Rapsodia ungherese n. 2 (pub. 1851)
Edward Elgar (1857-1934)
• Le capriceusse (1893)
Arvo Pärt (1935)
• Fratres (1977)
Zhao Lin (1973)
• Sunshine over Tashkurgan (1993) *

I concerti di Musiche in Mostra 2019 al Borgo Medievale prendono avvio con una sorprendente performance dei Musicanti di Riva presso Chieri cui segue, a ruota, il concerto di un noto virtuoso del violino proveniente dal Messico, accompagnato al pianoforte da un versatile pianista svedese particolarmente impegnato sul fronte del Novecento e del contemporaneo.
“Estrellita” è il titolo di una celebre melodia popolare messicana rivisitata da molti compositori colti, tra cui Manuel Maria Ponce, qui in programma. Tutto il programma, in realtà, coniuga aspetti colti ad aspetti popolari o, quanto meno, legati a un forte sostrato di tradizione. Non è propriamente un concerto di “contemporanea”, a eccezione degli ultimi due brani dell’estone Pärt e del cinese Lin, ma lo spirito del Novecento che vi aleggia da Kreisler a Ponce, de Falla, de Sarasate, Elgar… è un ponte tra passato e futuro che invita a una riflessione tra ciò che la tradizione ci ha consegnato a partire da due fuori classe del più archetipico dei virtuosismi strumentali, Paganini e Liszt, agli autori del Novecento storico fino ai contemporanei, particolarmente nell’ambito del repertorio violinistico. Un cammino insomma, da gustare in tutte le sue affascinanti prospettive. (d.a.)