
La trentunesima rassegna annuale di Rive-Gauche Concerti, ventesima con il nome “Musiche in mostra”, si configura come un percorso denso di rimandi carsici attraverso le forme espressive della contemporaneità. Per almeno nove motivi (tre per tre) che potremmo così sintetizzare.
• Il numero tre – è questa una considerazione “epifenomenica” – ricorre costantemente negli organici dei dodici “concerti con atelier” (dove per “atelier” si intende l’incontro ravvicinato tra pubblico e artisti che, contestualmente ad ogni evento, caratterizza le programmazioni di Musiche in mostra da ormai venticinque anni). Di qui una prima legittimazione del sottotitolo: “Punti e contrappunti a tre”. Più precisamente, ci sono nove organici in trio su dodici, praticamente tutti i concerti dal 23.10 al 19.11, più i tre concerti alessandrini dedicati alla Op Art (22-24.11).
• Tre sono anche le espressioni artistiche che si trovano a dialogare in reciproco contrappunto ogni concerto: la musica, asse portante della rassegna; l’arte figurativa, nelle sue molteplici declinazioni; la letteratura, mista a forme di teatro stilizzato.
• Ogni concerto è in esplicita relazione con un artista figurativo del Novecento o contemporaneo, oppure con una particolare “dimensione” figurativa, articolandosi come vero e proprio hommage cui fanno riscontro musiche, videoproiezioni e letture.
• Letture, appunto; terzo elemento di una triade che si incrocia e dialoga, grazie agli atelier e alle letture di Giovanni Moretti, per far sì che le vibrazioni di suoni, immagini e parole confluiscano ogni volta in un evento unico, da percepirsi olisticamente, quasi sinestesicamente, privilegiando però le combinazioni, o i contrappunti, tra orecchio, occhio e… gusto!
• Gusto metaforicamente inteso, come proseguimento degli “esercizi di stile” avviati nell’edizione precedente di Musiche in mostra, rimandando, nel nostro specifico musicale, a titàni del passato come Bach, Schumann, Tosti, Ravel, persino l’obliato Hindemith, e rapportandoli alle pratiche compositive del presente, in uno spirito di sano esercizio di memoria, non solo di stile, e soprattutto di consapevolezza storica. Memoria e consapevolezza che uniscono poetica ed etica soprattutto nel concerto dedicato a Mondrian e ai pittori di Terezin (12.11).
• Gusto, inoltre, che si fa eleganza relazionandosi al fascino esercitato sull’immaginario collettivo da alcuni dei pittori divenuti icone del Novecento, da Matisse ai pittori simbolisti, ai metafisici, agli artisti del campo di Terezin, all’orfismo, i frattali, la Op Art, muovendo in più casi da eventi dell’arte figurativa che hanno riscosso interesse sul territorio favorendo un approccio maggiormente “preparato” e aperto a ulteriori approfondimenti in prospettiva musicale (si veda la recente mostra torinese su Matisse, pittore a cui si aggancia il concerto di inaugurazione della rassegna, o quella su Renoir, al quale si riferisce quello del 19.11, ecc.).
• La presenza costante di compositori, molti dei quali giovani, con commissioni di nuovi lavori è un altro aspetto che rimanda al carsismo, sotto forma di un leit motiv che con persistenza affiora e riaffiora. Oltre ai lavori in prima esecuzione dei Giovani del Vivaldi (22-24.11 novembre), si contano dodici altre prime esecuzioni, condivise tra compositori provenienti da varie parti d’Italia (Genova, Latina, Mantova, Matera, Milano, Piacenza, Roma, Torino, Venezia) e anche stranieri. Undici su dodici concerti contengono nuove composizioni e, in qualche caso, più d’una, per un totale che si approssima a venti.
• Due centenari, l’uno con un intero concerto dedicato alla scomparsa di Francesco Paolo Tosti (30.11) e l’altro “annidato” nel programma “Gracile rosa” (19.11) ricordando il centenario della nascita di un compositore del Novecento italiano non abbastanza ricordato, Valentino Bucchi.
• Quale valore aggiunto, affiorano in tre concerti alcune parentesi sotto forma di “Altri contrappunti”, con la presentazione di un importante testo di musicologia di fresca pubblicazione (primo “altro contrappunto” del 23.10), la sonorizzazione della mostra “Kliki-haki” di Milan Rasla all’Accademia Albertina (secondo “altro contrappunto” del 30.10), la “lezione aperta” che introduce ai tre concerti alessandrini dedicati alla Op Art (terzo “altro contrappunto”, 22.11).
Il resto è musica! O, meglio, uno dei possibili punti di osservazione – dovremmo dire di ascolto – di uno stato di cose che in realtà è funzione di sempre nuovi e dinamici contrappunti. Parafrasando Hilary Putnam, non esiste un unico algoritmo per formulare una proposizione, né le nostre “unità” sono unità di fatto, ma unità culturali null’altro che funzionali a una circoscritta e libera comprensione.
Maggior sostenitore

Eventi in rassegna
Accademia Albertina di Belle Arti, Via Accademia Albertina, Torino, TO, Italia
Museo d'Arte Orientale Edoardo Chiossone, Piazzale Giuseppe Mazzini, Genova, GE, Italia
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